Verónica Forqué Vázquez-Vigo è un’attrice spagnola di teatro, cinema e televisione che viene da una famiglia di artisti attivi nel teatro. Sua madre è Carmen Vázquez Vigo e suo padre è il regista José María Forqué. Suo fratello è il direttore Álvaro Forqué. Nota per le sue grandi doti comiche e per il suo caratteristico senso dello humour, nel corso della sua carriera ha lavorato con Pedro Almodóvar (Kika, 1993) e Fernando Colomo (La vita allegra, 1986), film per i quali ha vinto il Goya come Migliore Attrice. Nel 1999, ha ricevuto il Premio di Arti e Scienze Cinematografiche dal Ministero della Cultura. Alcuni dei film di maggiore successo della sua carriera sono Che ho fatto io per meritarmi questo? (1984) e Matador (1986). La sua amicizia con Gómez Pereira è iniziata nel 1991 con il film Salsa Rosa. Hanno poi lavorato insieme in Perchè chiamarlo amore quando è solo sesso? (1992) e nel 2005 in una storia di cinque madri i cui figli stanno per sposare una persona dello stesso sesso: Reinas – Il matrimonio che mancava
Kika – Un corpo in prestito (1993)
Undicesimo lungometraggio di Pedro Almodóvar è una pellicola che, cercando un’impossibile fusione tra melò, thriller psicologico e dramma in salsa kitsch, invece di proporre una rivisitazione postmoderna dei propri modelli, finisce per degenerare in una farsa a tratti irritante e sconclusionata. Lo scrittore assassino, il figlio pieno di problemi con il trauma della morte per suicidio della madre e le pulsioni sessuali incontrollate sono elementi privi di appeal messi al servizio di una premeditata volontà di stupire a tutti i costi. Lo sguardo cinico verso la TV spazzatura è uno spunto interessante che si perde in un mare di banalità.
Ramon, fotografo pubblicitario di biancheria intima, si trova di fronte alla morte della madre e di lì a poco subisce un attacco cardiaco che lo fa sembrare morto. Nicolas, amico della madre, fa intervenire la truccatrice Kika per prepararlo alle esequie. Ne nascerà un rapporto a tre (Nicolas/Kika/Ramon). Mentre Andrea (una giornalista televisiva così immersa nel proprio lavoro da essersi fatta innestare sulla testa una telecamera) è sempre alla ricerca di scoop per il suo programma “Il peggio del giorno”, Kika viene violentata da Paul, fratello della sua compagna di appartamento.
Che ho fatto io per meritare questo? (1984)
Il nucleo centrale del film è rappresentato da Gloria, casalinga tutta casa e cucina. Vive col marito tassista un’esistenza miseranda e ha accumulato una grande frustrazione. È la sfortuna in persona, una parodia che non manca di evidenziare aspetti emblematici di quotidianità, e il dramma esiste.
Stranamente questa è anche una delle opere meno conosciute di Pedro Almodóvar, ma sicuramente uno dei suoi film più complessi, un piccolo capolavoro di originalità ed estro creativo. In esso si fondono con ironia dramma e commedia, realismo e surrealismo, denuncia ed eccesso naif in un’esplosione di colori, di musica,di kitsch, di sottile citazionismo, tipica almodòvariana.
Siccome per Almodòvar la scelta dell’attrice protagonista è sempre stata determinante, non poteva non privilegiare, per questo suo film, quella che negli anni Ottanta rappresentava la sua unica e autentica musa: Carmen Maura. Solo lei, capace di indossare qualsiasi ruolo cucitole addosso dal proprio mentore, avrebbe potuto far orbitare intorno a sé l’intera storia, che grava infatti quasi completamente sulla capacità della protagonista.
Matador (1986)
Tra i primi e più riusciti film di Pedro Almodóvar, capace di mettere in luce seducenti talenti al maschile, destinati a future glorie hollywoodiane, come Antonio Banderas, questo film opera un singolare parallelo tra corrida e vita, tauromachia ed amore/erotismo con l’aggiunta del tema dell’ossessione religiosa. Il tutto in perfetto spirito melodrammatico, così peculiare di Almodovar che ricerca (e quasi sempre trova) un difficile e precario equlibrio nelle diverse componenti del suo cinema e che lo tiene (per fortuna dello spettatore) sempre lontano dalla volgarità in cui potrebbe facilmente cadere. Belle le musiche e bravi gli interpreti.
Perché chiamarlo amore quando è solo sesso (1992)
E’una piacevole commedia diretta da Manuel Gómez Pereira, con Verónica Forqué e Jorge Sanz.
Gloria è un’attrice porno che si esibisce in spettacoli dal vivo. Dopo che il suo compagno di lavoro si ammala, viene sostituito da un ragazzo, Manu, che si rivela essere sorprendentemente bravo, tanto da portare Gloria a mettersi in società con lui. Ma le cose iniziano a cambiare quando Gloria scopre che Manu è pieno di debiti da gioco….
Reinas – Il matrimonio che mancava
A tre giorni dalle nozze, cinque madri devono fare i conti con la “triste” verità: il matrimonio dei loro figli potrebbe non corrispondere esattamente alle loro aspettative. Saranno venti le coppie di gay che in un lussuoso albergo di Madrid pronunceranno il loro fatidico sì.
Firmato da Manuel Gòmez Pereira, regista di film brillanti come Off Key, Tra le gambe e Salsa rosa, Reinas miscela abilmente gli ingredienti della sophisticated comedy, con quelli un po’ più terrigni della comicità della scuola almodovariana. Il risultato è una pellicola di buona fattura che, pur attingendo ad un argomento attuale come il riconoscimento dei matrimoni gay in Spagna, non si lascia intrappolare in un film a tesi, tantomeno ambisce a diventare un manifesto di rivendicazione omosessuale. I personaggi di Reinas sfuggono l’eccessiva caratterizzazione, grazie ad una scrittura che misura sapientemente un umorismo gentile e scanzonato, mai sboccato nè grottesco.