Sorellastra della top model Carla Bruni, (moglie dell’ex premiere francese Sarkozy, dal momento che Carla sarebbe nata da una relazione illegittima della madre), Valeria Bruni Tedeschi, nata a Torino il 16 novembre 1964, dall’unione tra l’industriale Alberto Bruni Tedeschi e l’attrice/pianista Marysa Borini, che partecipa in tutti i suoi film, a soli nove anni, si trasferisce a Parigi con tutta la famiglia a causa del rischio di rapimenti e di attentati da parte delle brigate rosse. Bella e sensuale, come si mostra in alcuni suoi film, ha frequentato corsi di teatro alla prestigiosa Ecole des Amandiers di Nanterre. Ha avuto come insegnante Patrice Chèreau, che la fa esordire nel suo film “Hotel de France” da lui stesso diretto nel 1987 e la ritroviamo nel cast de “L’amoureuse” di Jacques Doilllon. Nel 1989 ha un piccolo ruolo nel film di Pupi Avanti “Storie di ragazzi e ragazze”. Nel 1993 insieme a Sergio Rubini, Asia Argento e Margherita Buyin recita nel film “Condannato a nozze” di Giuseppe Piccioni. Ma è in “Le persone normali non hanno niente di eccezionale” (1993), della regista Laurence Ferreira Barbosa, che Valeria dà il meglio di sé: il bellissimo ruolo che interpreta le vale un Cèsar come Miglior Giovane Promessa Femminile e il premio come Migliore Interprete Femminile al Festival di Locarno. L’anno successivo appare nel film “La regina Margot” di Patrice Chéreau. Nel suo vagare tra Francia e Italia, Valeria torna nel 1996 nel suo paese d’origine per far parte del film “La seconda volta” di Mimmo Calopresti, nei panni dell’ex terrorista Lisa Venturini. E con il regista la bella Valeria dividerà nel 1998 non solo il set con “La parola amore esiste” (1998) ma anche un pezzo di vita dal momento che da quell’anno ha inizio la loro lunga relazione. Nel 1999, dopo “Il colore della menzogna” del maestro Chabrol, Valeria affronta il film in costume “La balia” tratto dalla novella di Pirandello. La regia è di Marco Bellocchio e Valeria è accanto a Maya Sansa, attrice italiana anche lei amatissima in Francia. Il suo compagno Calopresti, nel 2002, la vuol anche nel suo non riuscitissimo “La felicità non costa nulla”. Lo stesso anno, però, la Bruni Tedeschi stupisce tutti e favorevolmente con un ruolo brillante in “Ah! Se fossi ricco” del duo Gèrald Bitton – Michel Munz. Il 2003 è un anno importante per Valeria, che passa dietro la camera da presa. Il suo primo film da regista è “È più facile che un cammello…”, premio Louis-Delluc. Il tema è fortemente autobiografico e la regista/attrice è una ricca ragazza viziata che davanti alla morte del padre deve crescere. Tra l’altro, ha anche una sorella con cui ha dei notevoli contrasti, cosa reale, visto il rapporto controverso che lega Valeria a Carla Bruni da sempre. Note di internazionalità nella carriera di Valeria, che vola anche a Hollywood. Nel 2004, l’allora giovanissimo regista François Ozon dirige per la prima volta Valeria Bruni Tedeschi in “Cinqueperdue – Frammenti di vita amorosa” dove la vediamo senza veli in uno dei suoi film più erotici.
Segue nel 2005 il controverso “Il tempo che resta”. L’attrice vola a Hollywood per lavorare con Spielberg (“Munich”, 2005) e Ridley Scott (“Un’ottima annata”, 2006). Torna alla regia nel 2007 per “Actrices”, premio speciale a Cannes nella sezione Un Certain Regard. Nel cast, figurano tra gli altri Louis Garel, che diventerà il suo nuovo compagno dopo la rottura con Calopresti. Insieme adotteranno la piccola Celine. La loro relazione si romperà dopo l’incontro di lui con l’attrice iraniana Golshifteh Farahani, incontrata sul set di un cortometraggio. Con l’ex Calopresti, l’attrice gira nel 2007 una sorta di “Ginger e Fred” felliniano. Si tratta di “L’abbuffata” commedia agrodolce sulla cattiva televisione. È una commedia anche quella del 2009 che la vede nel cast di “Baciami ancora” di Muccino, che segue a “L’ultimo bacio”, film che lancia Stefano Accorsi. Scatena conflitti con la celebre sorella, diventata premiere dame, il film di Roumain Goupil “Tutti per uno” del 2010, favola sui problemi degli immigrati, a causa delle leggi restrittive sull’immigrazione varate dal governo Sarkozy, molto criticate da Goupil e dalla stessa Valeria. Nel 2012 recita in “Viva la libertà” di Roberto Andò, in cui fa coppia con Toni Servillo nel doppio ruolo del politico cinico/filosofo folle. Nel 2013 è l’unica donna In Concorso al Festival di Cannes con il suo terzo film da regista, “Un castello in Italia”, in cui Valeria ritorna sui temi della grande famiglia borghese a lei cari. Presente nel cast anche il suo ex compagno Louis Garel, a cui ora la lega un grande amicizia. Nel 2014, vince il suo terzo David di Donatello come Migliore Attrice Protagonista per il film “Il capitale umano” di Paolo Virzì. Nel 2015 prenderà parte a molte pellicole francesi, ma quella nella quale spiccherà di più, considerando che collaborerà con l’attrice Virna Lisi, giunta al suo ultimo lavoro dopo la sua scomparsa, è “Latin Lover”, simpatica commedia sui sentimenti diretta da Cristina Comencini. Va segnalato sempre nello stesso anno anche il film Il condominio dei cuori infranti insieme alla bravissima Isabelle Huppert. Nel 2016 è protagonista del film La pazza gioia di Paolo Virzi, e con la celebre Juliette Binoche in Ma Loute
Da una sua intervista la bella Valeria dichiara:
“Di fronte alla cinepresa getti la maschera. Nella vita cerchi di proteggerti, perché le emozioni disturbano e la verità è pericolosa. Non ricordo chi ha detto che l’ipocrisia è la base della società: davanti alla cinepresa l’ipocrisia scompare”.