È senza dubbio una delle canzoni più famose della rockstar britannica, una di quelle che lo fece conoscere al grande pubblico anche negli altri paesi non anglosassoni. Taupin ebbe l’ispirazione per il testo durante un viaggio in macchina: come dice il titolo stesso del brano, all’epoca imperversavano le missioni spaziali, ed è questo il senso della canzone. Bernie pensa ad un nuovo mondo iper-tecnologico in un immaginario quanto lontano futuro. Nella stesura del testo l’autore si è ispirato all’omonimo racconto di Ray Bradbury inserito nella raccolta L’uomo illustrato, anche nota come Il gioco dei pianeti.[1] Tuttavia c’è anche chi ha intravisto nel testo di Taupin una metafora sull’assunzione di droghe o sulla solitudine delle rockstar.[senza fonte] Elton compose la melodia in un tempo da record, in soli 10 minuti (stando a quanto dice Ken Scott). Rocket Man è contenuta nell’album Honky Chateau, del 1972 e prodotto da Gus Dudgeon.
Divenne subito un singolo, raggiungendo la seconda posizione nel Regno Unito e la sesta negli Stati Uniti. Le vendite, comunque, furono davvero clamorose ovunque (la canzone raggiunse peraltro la sesta posizione in Italia). Con questo brano John sembrava aver deciso un cambio di rotta: fino all’anno precedente, infatti, i suoi album non erano certamente pensati per ottenere un grande successo commerciale, raggiungevano un livello stilistico praticamente inarrivabile, rasentando la perfezione. Delle tiepide vendite facevano da contorno a questi capolavori fondamentali del rock (ma negli USA l’influenza dei primi album fu molto rilevante). Poi, nel 1972, avvenne la svolta: si passò ad uno stile più leggero e orecchiabile, anche se sempre di grande qualità. E Rocket Man aprì questo nuovo periodo, spianando definitivamente la strada che porterà Elton a coprire, nel 1975, oltre il 2% delle vendite dei dischi mondiali.